Un nuovo studio pubblicato su The Journal of Sex Research smonta una convinzione comunemente diffusa nell’immaginario occidentale: Il sesso è più soddisfacente quando è spontaneo. Implicitamente, questa convinzione presuppone che il sesso pianificato o premeditato sia meno soddisfacente perché entrambi i partner sono consapevoli del contesto in cui avverrà. Ma sarà davvero così o il sesso è migliore quando è programmato?

Il sesso spontaneo è solitamente rappresentato e raccontato come più eccitante e piacevole nei film, nella cultura pop e persino nella letteratura. Secondo i risultati della nuova ricerca della psicologa Katarina Kovacevic, potrebbe trattarsi di un caso di vita che imita l’arte.

La ricerca: il sesso è migliore quando è programmato?

Per indagare la verità sulle credenze sessuali implicite, lo studio di Katarina Kovacevic le ha innanzitutto definite e categorizzate. L’autrice afferma che:

Le persone hanno delle convinzioni (o teorie implicite) su ciò che rende soddisfacenti le relazioni romantiche (cioè le teorie implicite delle relazioni), che sono associate alla soddisfazione nelle relazioni, e su ciò che rende soddisfacente la vita sessuale. Queste convinzioni hanno implicazioni sia per la soddisfazione sessuale che per quella delle relazioni.

Lo studio di Kovacevic si occupa principalmente di due convinzioni implicite sul sesso:

  • Credenza del sesso spontaneo. Il sesso è soddisfacente quando “accade e basta”.
  • Credenza del sesso pianificato. Discutere, pianificare o programmare il sesso è soddisfacente, ossia il sesso è migliore quando è programmato.

La ricerca è stata condotta in due fasi. Mentre il primo studio ha registrato le convinzioni dei partecipanti su quale tipo di sesso sia più soddisfacente (spontaneo o programmato) attraverso domande aperte, il secondo studio ha osservato la vita sessuale dei partecipanti e i livelli di soddisfazione sessuale nel corso di 21 giorni per vedere se queste convinzioni fossero in qualche modo associate all’effettiva soddisfazione sessuale.

Lo studio ha prodotto risultati contrastanti sul tipo di sesso che può portare alla soddisfazione sessuale. Tuttavia, ciò che è degno di nota è che le convinzioni positive sul sesso spontaneo non hanno mostrato alcuna associazione definitiva o diretta con una maggiore soddisfazione sessuale.

Lo studio ha anche rilevato che quando le persone consideravano il loro ultimo rapporto sessuale come pianificato, era probabile che riferissero una minore soddisfazione sessuale. Tuttavia, questo non era vero per le persone convinte che pianificare e programmare il sesso sia soddisfacente.

Il ruole delle convinzioni implicite

Nel complesso, questi risultati suggeriscono che la soddisfazione sessuale che possiamo trarre dalla nostra ultima interazione sessuale può essere influenzata tanto dalle nostre convinzioni sessuali implicite quanto dalla qualità effettiva dell’esperienza sessuale, sfatando il mito che il sesso programmato sia destinato a essere sempre inferiore al sesso spontaneo.

Ma la domanda rimane: Perché abbiamo convinzioni così radicate sul sesso spontaneo? Secondo gli autori, potrebbe essere perché si formano quando siamo molto giovani.

Le convinzioni sessuali si formano attraverso l’integrazione di più fonti di messaggi, come i genitori e i coetanei. Sempre più evidenze suggeriscono che i mass media ritraggono più comunemente che il sesso “accade e basta” e che essere “travolti dalla passione” è il modo naturale di fare sesso, il che può influenzare gli atteggiamenti, le convinzioni e le aspettative delle persone sul sesso, in particolare nel pubblico più giovane.

Anche se all’inizio queste convinzioni possono sembrare innocue, non influenzando altro che le preferenze sul tipo di sesso che si trova più eccitante, accettarle senza metterle in discussione o sfidarle può avere conseguenze reali sulla vita sessuale e sulle relazioni.

Ad esempio, un altro studio pubblicato su The Journal of Sex Research spiega che le convinzioni sessuali implicite influenzano l’intensità con cui si risponde a una problematica nell’ambito della sessualità (ad esempio, un crollo del sesso, bisogni sessuali non soddisfatti, ecc.)

Non è difficile immaginare come la convinzione implicita che il sesso debba essere spontaneo possa rappresentare un ostacolo in una relazione in cui è improbabile che il sesso “accada e basta”, come nel caso di genitori che lavorano, coppie in cui vi è una discrepanza di desiderio sessuale o in una relazione a distanza.

Conclusione

Lo studio di Kovacevic richiama l’attenzione su un aspetto importante della nostra vita sessuale che di solito passa inosservato: I copioni interiori e le regole arbitrarie che seguiamo a volte hanno poco a che fare con la realtà e con la soddisfazione sessuale. Sfidare queste regole implicite e affrontare la nostra vita sessuale con vulnerabilità e autenticità può aiutarci a sperimentare il piacere sessuale più in linea con il nostro bisogno e le nostre preferenze.


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